Amy, Storia di un naufragio
Cosa avrà provato il ventunenne Teodor Józef Konrad Korzeniowski, discendente da una famiglia di antica nobiltà terriera polacca fieramente avversa al dominio russo, quando nel 1878 decise di mettersi al soldo come semplice marinaio della marina mercantile britannica? Forse ha tentato di dircelo in “Amy Foster”, un racconto datato 1901 nel quale si ritrova l’essenza stessa della poetica di Conrad. Qui l’autore si identifica con un giovane naufrago: Yanko. Viene dai Carpazi ed è l’unico sopravvissuto di un intero bastimento andato a fondo stracarico di emigranti che hanno viaggiato in condizioni spaventose dopo aver pagato il viaggio a peso d’oro. Ma il viaggio è finito in fondo al mare, davanti alle coste dell’Inghilterra dopo un disgraziato speronamento notturno da parte di una nave che si dilegua senza soccorrere queste centinaia di disperati. Yanko è bello, sa lavorare la terra, mungere le vacche, è religioso, impara l’inglese e addirittura salva da morte certa la nipotina di un ricco possidente inglese, ottenendo prima un salario, poi un piccolo appezzamento di terra, ma nulla di tutto questo gli basterà per essere accettato nella microscopica comunità del borgo di ferma. Solo Amy, Amy Foster, una donna bruttina e stolida, lo aiuta. Si innamora di lui e, contro la volontà di tutti, lo sposa. Mettono al mondo anche un figlio.
Tutto bene quel che finisce bene? No, quello accade solo nelle fiabe e spesso neanche lì. Yanko canta, balla, prega a voce alta, è cattolico, qualità inaccettabili dentro l’opaca comunità delle selvagge coste britanniche: appare alla stregua di un pagano, una specie di stregone, forse un pazzo, molto probabilmente un demonio. Di sicuro uno straniero. E tanto basta per condannarlo. Per stoltezza, Amy Foster lo salverà; per stoltezza, lo lascerà morire con la faccia nel fango. Ma chi è a raccontarci questa storia e perché? Una giovane donna, quella stessa bambina che all’epoca dello sbarco di Yanko fu da lui salvata da morire nello stagno dei cavalli del vecchio Mr. Swaffer. Solo nei suoi occhi è possibile trovare una traccia luminosa di quello straniero e un ritratto giusto del mondo chiuso e inospitale dove egli era passato come una meteora destinata a scomparire nel nulla. La vicenda di Yanko è la storia di una tenace speranza infranta mille volte, infine sconfitta e caduta, ma che ha radicato nella terra come un seme. Una violenta storia accaduta un secolo fa in Inghilterra, o forse proprio qui, da noi, questa notte.
Scheda spettacolo
Lo spettacolo è adatto ad essere rappresentato sia in un teatro (dimensioni minime palcoscenico 5m x 5m) che in aula magna. L’allestimento tecnico relativo a scenografie, luci e audio andrà valutato di volta in volta a seconda del luogo.
Un progetto di e con Daniela Morozzi
di Valerio Nardoni e Daniela Morozzi
liberamente ispirato al racconto “Amy Foster” di Joseph Conrad
con Daniela Morozzi
regia Matteo Marsan
musiche Stefano “Cocco” Cantini
luci e scenografie Beatrice Ficalbi e Matteo Marsan
costumi Laura Celesti
Prodotto da Teatro delle Donne
Distribuito da “Lo Stanzone delle Apparizioni”
Referente per la compagnia:
Monica Cerretelli
353 4035064
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